Un piano ambizioso si prepara a cambiare il volto della sanità in Italia. Si parla di costruire una rete di super ospedali d’eccellenza che dovranno coprire ogni angolo del Paese, al fine di porre fine alla mobilità sanitaria eccessiva che porta migliaia di pazienti, principalmente dal Sud, a cercare cure nel Nord. Questi “ospedali nazionali di riferimento” dovranno essere dotati delle più avanzate attrezzature e di un personale altamente qualificato, rendendo così le cure più accessibili. Il progetto coinvolgerà un cambiamento radicale, avviato dal ministero della Salute, che potrebbe già realizzarsi nella primavera imminente.
Sotto la guida del ministro della Salute Orazio Schillaci, è stata tracciata una nuova strategia per rivoluzionare il sistema ospedaliero italiano. Questa riforma punta a realizzare e consolidare poli ospedalieri di eccellenza su tutto il territorio nazionale, con un occhio di riguardo alla situazione del Sud Italia. Qui, pur esistendo strutture moderne e attrezzate, l’integrazione con il supporto di Roma potrebbe elevare notevolmente i livelli di trattamento e assistenza. Attualmente, i grandi hub ospedalieri del Nord attraggono un numero impressionante di pazienti da diverse Regioni, a causa delle loro specializzazioni. Nel solo 2023, i ricoveri effettuati in strutture fuori regione hanno raggiunto quasi 3 miliardi di euro, con Emilia Romagna, Lombardia e Veneto in prima linea.
Accedere al tanto agognato status di “ospedali nazionali di riferimento” offrirà agli ospedali coinvolti più libertà nella gestione delle assunzioni e nell’utilizzo delle tecnologie. Ci si aspetta infatti che vengano assegnati fondi specifici, persino per ampliare e rinnovare le strutture. Le cure fornite da questi ospedali dovranno abbracciare tutte le specializzazioni più complesse, dalle patologie cardiovascolari alla neurochirurgia, fino alle cure oncologiche pediatriche, garantendo un elevato standard di assistenza e professionalità.
La rete di ospedali d’eccellenza non sarà esclusiva per le strutture pubbliche. È previsto infatti anche l’inserimento di ospedali privati convenzionati, creando così un’alleanza tra i diversi settori della sanità. Sebbene le liste definitive non siano ancora state rese pubbliche, ci sono già molti nomi in lizza. In Puglia, ad esempio, spiccano la Casa Sollievo della Sofferenza e il Policlinico di Bari, mentre in Campania l’ospedale Federico II di Napoli si fa notare. A Roma, gli ospedali più rinomati come il Gemelli e l’Umberto I si preparano a giocarsi un posto nella nuova rete, mentre al Centro-Nord ci sono una serie di ospedali che potrebbero rientrare nel progetto.
Se si analizza il numero di pazienti attratti dagli ospedali, emerge un chiaro divario: la maggior parte dei grandi ospedali capaci di gestire casi complessi si trova a Roma e oltre. Questo pone una questione fondamentale: la dorsale della rete deve necessariamente espandersi verso sud, affinché anche i pazienti meridionali possano beneficiare di un care l’accesso a queste strutture. Al fine di disincentivare la fuga dei pazienti, viene prospettato l’uso di misure rimborsative più severe per chi decide di effettuare la trasferta verso il Nord anche di fronte a nuove opportunità in regioni come quelle del Sud, dove le nuove strutture stanno per emergere.
La riforma ospedaliera, attesa nei prossimi mesi, si promette di portare con sé novità significative che andranno oltre la semplice creazione di una rete di eccellenza. Un decreto potrebbe arrivare già entro marzo, otterrà il compito di aggiornare e modificare le norme già in vigore, come il Dm 70 del 2015. Questo documento stabilisce gli standard ospedalieri e la nuova proposta intende rivedere profondamente questi criteri. A questo scopo, si sta infatti elaborando un testo che accompagna la legge di bilancio 2024, il cui obiettivo è potenziare e integrare l’assistenza ospedaliera con vari interventi.
Una delle chiavi di volta di questa riforma consiste nel definire nuovi standard per le reti cliniche regionali, stabilendo anche delle vere e proprie reti nazionali per determinate patologie. Inoltre, un altro obiettivo sarà quello di creare delle connessioni tra le strutture di eccellenza per garantire un’assistenza continua e di alta qualità. Giovanni Migliore, presidente della Fiaso, ha sottolineato l’urgenza di ripensare la rete dei servizi ospedalieri, restituendo autonomia decisionale al management e riducendo la burocrazia. In collegamento con le attuali esigenze, si spera che questa riforma possa finalmente attivare un cambiamento sostanziale nel settore della sanità.