Non c’è da stare troppo allegri con le novità che riguardano i nuovi pensionati, che riceveranno importi più bassi rispetto ai precedenti
Il mondo delle pensioni è sempre più aggrovigliato e pronto a colpire con colpi di scena che di solito non sono tanto positivi per chi si accinge a lasciare una vita lavorativa intensa per dedicarsi al meritato riposo. Negli ultimi anni infatti sono state molte le leggi e le variazioni applicate sulle modalità del raggiungimento della pensione e sul suo importo mensile.
Proprio la mensilità è il fattore sensibile che porta molte persone a dove riflettere attentamente sul momento giusto, raggiunti i requisiti richiesti, per raggiungere questo traguardo, sempre più una sorta di miraggio nella vita di molti lavoratori.
Ogni anno ci sono cittadini che iniziano un percorso lavorativo (per quanto sempre più incerto e precario, soprattutto negli ultimi 30 anni) e altri che lo concludono. Coloro che finiranno nel 2025, dovranno fare molta attenzione, perchè avranno entrate più basse. Scopriamo perchè
Occhio ai coefficienti di trasformazione
Dl 2025 gli assegni pensionistici saranno più bassi per chi andrà in pensione rispetto a chi lo farà entro la fine del 2024. Questo è dovuto a nuovi “coefficienti di trasformazione“, introdotti con un decreto ministeriale, che sono parametri usati per calcolare l’importo della pensione.
Si tratta di un numero che serve per convertire i contributi accumulati da un lavoratore durante la carriera in un assegno annuale di pensione. Il coefficiente cambia a seconda dell’età del lavoratore al momento della pensione: più è alta l’età, più favorevole sarà il coefficiente, e quindi l’importo dell’assegno.
I nuovi coefficienti si applicano:
1. A chi ha iniziato a lavorare dal 1996 in poi, con pensione interamente calcolata col sistema contributivo.
2. A chi ha lavorato prima del 1996, ma solo per la parte di pensione accumulata dopo il 2012.
3. A chi sceglie il sistema contributivo per tutta la pensione, come previsto da una legge specifica.
Chi è già in pensione non subirà cambiamenti, perché l’assegno rimane basato sui coefficienti in vigore al momento del pensionamento. I coefficienti di trasformazione vengono aggiornati periodicamente per tenere conto della maggiore aspettativa di vita. Questo significa che, visto che le persone vivono più a lungo, il sistema riduce l’importo annuo per bilanciare il costo totale della pensione che sarà pagata per più anni.
Facciamo un esempio pratico: un lavoratore con 400mila euro di contributi
– Se va in pensione nel 2024, riceve 22.892 euro l’anno.
– Se aspetta il 2025, riceverà 22.432 euro, cioè 460 euro in meno all’anno (circa 35 euro al mese).
L’aggiornamento dei coefficienti è parte di una riforma per mantenere il sistema pensionistico sostenibile. Tuttavia, chi si avvicina alla pensione dovrebbe valutare attentamente se anticipare l’uscita dal lavoro al 2024 per evitare la riduzione dell’importo.