A Vicenza l’Asl n.1 d’Italia, a Napoli la peggiore: Sanità divisa in due!

Le aziende sanitarie in Italia presentano una netta divisione tra il Nord e il Sud, con rilevanti differenze nelle performance e nel servizio offerto. Secondo un’analisi condotta dall’Agenas, l’Agenzia nazionale dei servizi sanitari regionali, il panorama della sanità italiana mostra eccellenze, ma anche criticità significative. Scopriamo insieme come si distribuiscono i risultati e quali sono le aziende sanitarie che si fanno notare per la loro efficienza e qualità.

In un contesto caratterizzato da evidenti disparità, le aziende sanitarie del Nord emergono per qualità e servizio. Infatti, tra le cinque migliori strutture sanitarie d’Italia, ben tre si trovano in Veneto. Le nominate sono l’Asl 8 Berica di Vicenza, l’Asl Euganea di Padova e l’Asl Dolomiti di Belluno. A queste si aggiungono l’Ats di Bergamo e l’Asl di Bologna, come a dimostrare il predominio delle regioni settentrionali nel settore della sanità.

L’analisi ha preso in considerazione 110 Asl, delle quali 27 sono state promosse, evidenziando così un gruppo di aziende che si distinguono per la qualità delle prestazioni erogate. Tra le migliori aziende ospedaliere, spiccano nomi di rilievo come il Santa Croce e Carle di Cuneo, l’azienda ospedaliera universitaria di Padova e il Policlinico Tor Vergata di Roma. Diverse queste strutture si trovano in una situazione di vantaggio, offrendo servizi di alta qualità ai cittadini e mantenendo elevati standard in molti ambiti sanitari.

D’altro canto, anche se i numeri parlano chiaro, è importante considerare come queste analisi possano influire sulle scelte politiche e sui futuri investimenti nel settore sanitario. Le differenze di performance tra diverse regioni possono servire da stimolo per migliorare il sistema sanitario nazionale, in modo che non ci siano più zone off-limits quando si parla di salute.

Le sfide e le difficoltà del Sud

La situazione cambia radicalmente se volgiamo lo sguardo verso il Sud, che sconta performance decisamente inferiori rispetto alle controparti settentrionali. L’analisi dell’Agenas mette in evidenza come l’Asl Napoli 1 centro, e quelle di Crotone, Matera, Enna e Vibo Valentia, siano tra le peggiori d’Italia. Questo quadro si riflette anche sulla salute della popolazione, dove emergono problemi significativi in termini di screening e prevenzione, fattori che invece evidenziano una scarsa consistenza nei servizi erogati.

Tra i 34 indicatori esaminati, quelli relativi agli screening per patologie come la mammella, il collo e il colon rivelano scarti considerevoli. Le Asl del Nord-est, infatti, si posizionano nettamente meglio in termini di screening eseguiti rispetto a quelle delle regioni centrali e meridionali, dove i valori appaiono molto più bassi. È chiaro che c’è un bisogno urgente di attuare strategie locali che possano incrementare l’accesso ai programmi di prevenzione, affinché la salute della popolazione non venga compromessa.

Inoltre, il tema della mortalità evitabile riemerge con forza, evidenziando come le Asl del Sud siano molto più colpite rispetto a quelle del Centro e del Nord, a eccezione di alcune realtà, come quelle del Lazio. Il quadro così delineato pone interrogativi cruciali sulle azioni necessarie per migliorare i servizi in queste zone, suggerendo che politiche mirate e investimenti possano fare la differenza.

Un’analisi dettagliata delle performance

Il monitoraggio delle performance sanitarie non si limita solo al rispetto delle norme e degli standard di operatività. L’Agenas ha adottato un approccio multidimensionale, identificando indicatori cruciali per valutare le aziende sanitarie in aree diverse come accessibilità, processi organizzativi e sostenibilità economico-patrimoniale. Questi aree di interesse sono insieme ai fondamenti della qualità del servizio sanitario, e mettono in evidenza le differenze territoriali in modo significativo.

Ad esempio, tra gli indicatori di accessibilità, emergono risultati contrastanti. Le Asl del Nord mostrano una maggiore efficienza nei tempi di attesa per interventi chirurgici, inclusi quelli oncologici, essenziali per i pazienti. Invece, il Sud sembra arrancare, con punteggi più bassi e un mancato rispetto dei tempi di attesa che genera frustrazione tra i cittadini. Al contrario, però, per quanto riguarda gli investimenti, è sorprendente che alcune Asl del Meridione si siano distinte per buone performance, in particolare in Campania e Sicilia.

Questa situazione complessiva chiarisce come l’Italia sia davvero un mosaico di realtà sanitarie che richiedono attenzione e interventi adeguati. Le differenze non possono e non devono restare inascoltate, perchè la salute è un diritto fondamentale e ciascuna regione merita di godere di servizi di qualità, indipendentemente dalla sua posizione geografica.

Verso un futuro migliore nella sanità

Guardando al futuro, la sfida sarà quella di ridurre il gap tra Nord e Sud in ambito sanitario. Le disparità esistenti non sono solo un problema statale, ma chiamano in causa anche responsabilità locali e regionali. Non c’è dubbio che potenziando i servizi di prevenzione e assistenza sul territorio si possa incidere in modo significativo sulla salute pubblica, garantendo che ogni cittadino riceva prestazioni appropriate e nel tempo debito.

Le aziende sanitarie di tutto il Paese hanno un’opportunità unica. Con investimenti strategici e un’attenzione particolare alle esigenze della popolazione, si possono ottenere risultati significativi. Non è solo una questione di punteggi o classifiche, ma di vita e benessere per tutti. Per questo, è fondamentale continuare a monitorare e correggere il tiro, per assicurare che il Servizio Sanitario Nazionale possa brillare ovunque e per tutti i cittadini.

Published by
Ludovica Rossi